sabato 28 agosto 2010

Niente carcere per la popstar tedesca Nadja Benaissa, aveva trasmesso l'Aids ad uno dei suoi partner

27 agosto 2010, Darmstadt - Condannata a due anni con la condizionale la popstar tedesca Nadja Benaissa, rea confessa di aver trasmesso consapevolmente l'Aids ad uno dei suoi partner. Non farà dunque un giorno di carcere. I precedenti? In Italia, un uomo colpevole dello stesso reato: aveva fatto sesso con la compagna sapendo di avere l'HIV, infettandola. Lui è stato condannato a quattro anni: la differenza rispetto alla Benaissa è che se li farà tutti.

venerdì 27 agosto 2010

Bimbi abbandonati dai genitori: arrestato il padre, la madre no

I carabinieri hanno arrestato ad Alcamo, in provincia di Trapani, Ilie Olariu, 29 anni, romeno, per abbandono di minori e maltrattamenti. La moglie, O.P.R., 21 anni, anche lei romena, è stata denunciata per gli stessi reati ma non è stata arrestata, anche se i bambini sono stati affidati ad una comunità per minori e il reato ipotizzato è identico.

Ma questo non è l'unico caso in cui uomini e donne vengono trattati diversamente. Qui si parla di tre usurai, mentre qui di un tentato omicidio: le donne ai domiciliari, gli uomini in carcere nonostante la tipologia di reato sia la medesima.

Da adiantum.it

mercoledì 25 agosto 2010

Accusato di aver rapito e violentato due prostitute, assolto al processo

6 agosto 2010, Sanremo - Colpo di scena al processo, celebrato a Sanremo, contro l’albanese Habili Ilmi, immigrato regolare di trentadue anni residente a Bologna ma che all’epoca dei fatti la scorsa primavera si trovava ad Imperia presso parenti: ieri il Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale della città dei fiori lo ha assolto, con la formula dubitativa, dall’accusa di aver sequestrato, stuprato e rapinato due ragazze di vita romene giunte nella città dei fiori dalla provincia di Alessandria, dove risiedono. A nulla sono valse le accurate indagini degli investigatori del Commissariato di Polizia di Sanremo che avevano sequestrato all’extracomunitario un vestito, un telefono cellulare ed un anello di proprietà delle denuncianti: la mancanza di un impianto di chiusura centralizzata nell’automobile, di cui Ilmi aveva la disponibilità, sulla quale si sarebbero consumate le violenze (ma che in realtà è stato appurato fossero stati rapporti consensuali a pagamento) si è rivelata essere la prova decisiva per dimostrare l’inesistenza del reato di sequestro di persona e dunque, ha ritenuto il giudice, anche della supposta violenza carnale. Ad aiutare Ilmi anche alcune inesattezze in cui sarebbero cadute in fase di interrogatorio le due cittadine neo-comunitarie che si sarebbero dimostrate, su alcuni particolari, in contraddizione l’una con l’altra.

Ilmi, durante le scorse feste pasquali, aveva contattato le due giovani sul marciapiede di una strada periferica di Sanremo; poi, minacciandole con una pistola-giocattolo ed esibendo loro un falso tesserino della Polizia ricavato piegando accuratamente al suo interno il proprio permesso di soggiorno, le avrebbe costrette, in due episodi separati, a raggiungere una località isolata dell’entroterra matuziano ed a subire violenza per poi rapinarle di quelle povere e poche cose che avevano con se. Una delle due romene, però, era riuscita a segnarsi il tipo ed il numero di targa dell’autovettura per poi passarlo alla Polizia che, appurò, come quell’automobile fosse di proprietà di una ditta di Bologna per cui lavorava l’extracomunitario. Ilmi, anzi, aveva la disponibilità dell’autovettura. Nella camera dell’appartamento dei suoi parenti ad Imperia, dove dormiva al momento dell’arresto l’albanese accusato del fatto, la Polizia rinvenne tutto ciò che era stato sottratto alle ragazze. Tutto ciò, secondo il Gup del Tribunale di Sanremo, non ha integrato alcun quadro probatorio esaustivo: il tesserino della Polizia potrebbe essere stato solamente un regalo fatto all’extracomunitario da qualche poliziotto per permettergli di custodire meglio il proprio permesso di soggiorno mentre i poveri beni delle ragazze avrebbero potuti essergli stati da queste lasciati in quanto non avevano il resto da dargli al momento di saldare il prezzo della prestazione sessuale.

martedì 24 agosto 2010

Nuovo falso stupro in Gran Bretagna

28 luglio 2010, South Yorkshire - Una badante inglese è stata condannata per aver mentito alla polizia riguardo uno stupro e un'aggressione. Faye Pendlebury, 36 anni, ha accusato falsamente il suo ragazzo di averle usato violenza per ben due volte: a seguito di tali denunce, il fidanzato Alan Jones è stato arrestato e detenuto dalla polizia.

La prima volta, quando la donna ha inscenato lo stupro, Jones è stato rilasciato su cauzione dopo 10 ore e mezzo di detenzione, ma è stato riarrestato nuovamente dopo che la Pendlebury si è inventata una nuova accusa da attribuirgli: il tutto per non averla aiutata in alcuni lavori casalinghi. Oggi la sentenza: il giudice ha condannato la 36enne, rea confessa, per aver fornito false dichiarazioni alle autorità.

Allarme falsi stupri in Grecia

Dopo la pausa estiva, riprende l'attività del blog. Parlando di vacanze.

Vacanze finite male per un britannico, l'insegnante Ross Mitchell, che ha deciso di trascorrerle in Grecia, dove per sua sfortuna ha dovuto subire l'onta di una falsa accusa ad opera di una svedese, bugiarda per professione. La 26enne aveva infatti stilato un contratto assicurativo che la risarciva in caso di violenza sessuale, e aveva deciso di farlo fruttare accusando di stupro uomini innocenti prima di dileguarsi nel nulla. Altri tre inglesi sono cadute nella trame della donna: Mitchell è l'ultimo della serie.

La svedese ha dichiarato alle autorità greche di essere stata violentata dall'insegnante in una camera d'albergo. Per questo Ross Mitchell è stato arrestato e tenuto in custodia prima che fosse in grado di pagare una cauzione di 2˙000 sterline. La ragazza si è poi dileguata prima di presentarsi davanti al giudice; mancando la testimonianza della parte lesa, la magistratura ha dovuto rilasciare il britannico. Quello che più sorprende è che l'assicurazione ha risarcito la donna prima che venisse emesso il verdetto di colpevolezza, riconoscendole un indennizzo di 200˙000 euro. Contando anche gli altri tre casi, in totale la svedese è riuscita a guadagnare ben 666˙000 sterline.

Sempre in Grecia, ha dovuto subire un arresto per una falsa accusa anche il figlio del campione di box Pat Clinton, che ha dovuto trascorrere tre giorni di carcere insieme ad un amico a seguito della denuncia fatta da un'altra bugiarda, stavolta una donna del luogo. La polizia e la magistratura hanno infatti accertato che il rapporto sessuale tenuto dal giovane Sean Clinton con l'accusatrice era consensuale.

Fonti