sabato 13 novembre 2010

Il diario segreto di una calunniatrice

Un uomo, Nathaniel Lewis, è stato riconosciuto innocente e risarcito per 5 anni di carcere quando il diario segreto della donna che lo aveva fatto condannare per stupro con la sua sola parola è finito su internet e all’attenzione dei giudici. Esso recita
Mi sento un po’ in colpa per averlo fatto incarcerare, ma la sua mancanza di rispetto per le donne è terribile. Ricordo quanto poco ci rispettava… pensa che le donne siano oggetti sessuali. È un tale imbroglione. Voleva Holly e me mentre era fidanzato. L’ho accusato perché era la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E perché ho sempre voluto qualcosa di forte nella mia vita. Altrimenti mi annoio. Bisogna cambiare, sono stanca di uomini che si approfittano di me… e di me che gliela do. Non sono una ninfomane come tutti pensano. Non sono abbastanza forte da dire di no. Sono stanca di essere una puttana. Basta.

Ieri sono andata da due avvocate per denunciarlo civilmente. So che è sbagliato, ma che altro posso fare? Normalmente non sono una persona cattiva, ma mi ha fatto arrabbiare. Se sono vendicativa, peggio per lui. Probabilmente mi sentirò in colpa, un giorno.

Parlando di soldi, lo denuncio. Ho bisogno disperato di soldi. La mia coscienza mi ha impedito di farlo, ma devo pagare un debito e farò quello che serve.
Ringrazio nazifemminismo.info per la traduzione.

giovedì 11 novembre 2010

Contea del Wiltshire, Inghilterra: ancora falsi stupri

10 ottobre 2010, Trowbridge — Una 36enne ha evitato il processo a suo carico per aver falsamente accusato un uomo di stupro. Mr Callow è stato arrestato e ha dovuto trascorrere una giornata in carcere prima di essere rilasciato su cauzione e prima ancora di essere completamente scagionato.

mercoledì 10 novembre 2010

Nuovo blog sul sessismo giudiziario

Probabilmente avrete fatto casi a diversi off topic riguardanti casi di sessismo giudiziario: tanto per fare un po' d'ordine, ho aperto un nuovo blog in cui pubblicare i nuovi post, che quindi non saranno più postati qui. Iscrivetevi se siete interessati, mi raccomando.

L'elenco degli OT si trova nella categoria denominata “Sessismo giudiziario”.

lunedì 8 novembre 2010

Falsa violenza sessuale in Louisiana

Il 23 settembre l'ufficio dello sceriffo di Calcasieu arresta il 19enne Tyler J. Leger, 711 Murbelle Rd., Lake Charles, per il presunto stupro di una studentessa di McNeese occorso la notte precedente. Il giovane viene così associato al Centro Correzionale di Calcasieu; il giudice Michael Canaday fissa per lui una cauzione di 750mila dollari.

Dopo l'arresto di Leger, i detective acquisiscono altre informazioni interrogando diversi testimoni; il Procuratore Distrettuale, dopo aver preso atto di tali testimonianze, decide il giorno 19 ottobre per il rilascio immediato del ragazzo dal carcere in cui si trovava ancora dopo quasi un mese. Il giorno successivo, la studentessa ammette di essersi inventata la storia della violenza sessuale; viene per questo arrestata e rilasciata subito dopo su cauzione.

Fonte: The Examiner

La sindrome di alienazione genitoriale: cos'è

Si sente molto parlare di sindrome di alienazione genitoriale (o parentale, o PAS) in sede di separazione tra marito e moglie. Di cosa si tratta? Ce lo spiega il Dr. Paolini dell'Università di Roma


La sindrome di alienazione genitoriale è un disturbo psicopatologico dell'età evolutiva che colpisce i bambini di età compresa tra i 7 e 14-15 anni. Si tratta di una patologia molto diffusa anche se difficile da riconoscere. Il contesto in cui si sviluppa è quello della separazione conflittuale tra i due genitori e la conseguente disputa sulla custodia dei figli (strettamente associata al mantenimento economico del coniuge). Si manifesta allorquando un genitore, detto alienante, disorienta i figli con il fine di rendere impossibile o disfunzionale il rapporto con l'altro genitore, che in questo caso viene detto alienato, e ottenere di conseguenza un rapporto esclusivo con la prole. Il genitore alienante mette in opera una vera e propria campagna di denigrazione ai danni dell'altro, con il fine di far apparire quest'ultimo, agli occhi dei bambini, come un cattivo genitore. Comportamenti così aberranti in fase di separazione purtroppo non sono infrequenti.

Sovente il genitore alienante riesce ad instillare nel fanciullo la consapevolezza di fatti mai accaduti (falsi ricordi o confabulations), nella fattispecie condotte di tipo abusante da parte del genitore alienato nei suoi confronti (interessi di natura sessuale, maltrattamenti e così via), con lo scopo di allontanare ulteriormente quest'ultimo dal bambino anche facendo leva sui provvedimenti giudiziali che possono essere presi per separare l'alienato dal figlio.

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domenica 7 novembre 2010

Arresti domiciliari riservati alle donne, seconda parte

Per la serie "gli screenshot di Google news", inaugurata con questo post relativo al reato di tentato omicidio, vi proponiamo questo altro shot riguardante però il reato di estorsione (link: 1, 2, 3)


di norma, essendo l'estorsore considerato un individuo pericoloso, viene disposta la custodia in carcere. Un esempio è questo in cui, nonostante sia stata una donna ad aver eseguito l'atto materiale dell'estorsione, i carabinieri hanno arrestato e portato in carcere per concorso solo il marito; alla moglie naturalmente sono stati concessi i domiciliari.

Arresti domiciliari riservati alle donne: il vagina pass per i reati di omicidio

Vi avevamo già segnalato il caso di due donne messe ai domiciliari per tentato omicidio, Chiara Cortese Pellin e Federica Bellone; ne abbiamo trovato un altro. Il tutto è riassunto in uno screenshot di Google News


non ci sono casi di uomini messi ai domiciliari per questa fattispecie di reato. Il motivo è semplice: trattandosi di un crimine molto grave, viene sempre imposta la misura restrittiva del carcere. Esempi (tutti coinvolgenti uomini naturalmente): 1, 2, 3, 4. Per ciascuno di essi il giudice ha confermato l'arresto in carcere.

sabato 6 novembre 2010

Paullo, romena denunciata per tentata estorsione

5 novembre 2010 — I carabinieri di Paullo hanno denunciato una rumena colpevole di aver tentato l'estorsione di 3mila euro ad un uomo italiano. Alla base del ricatto della donna, una falsa denuncia di pedofilia: «pagami o dico alla polizia che hai molestato mia figlia». L'italiano, coinvolto suo malgrado in questa difficile situazione, è riuscito però immediatamente a rivolgersi ai carabinieri per raccontare l'accaduto e il ricatto che stava subendo.

La rumena non è stata neanche arrestata perché incinta. A questo proposito ricordiamo che l'arresto per estorsione è obbligatorio: un esempio è questo in cui un uomo è stato portato in carcere per aver estorto 340 euro (alla compagna, coinvolta in egual misura, in quanto donna sono stati concessi gli arresti domiciliari).

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Aggiornamenti sul caso di Cetara: assolto il ventiduenne accusato di aver molestato sessualmente la sorella

4 novembre 2010 — Aggiornamenti sul caso di Cetara. Il ventiduenne, dopo otto mesi di detenzione preventiva, è stato riconosciuto non colpevole di aver violentato la sorellina.

In base all’accusa, l'uomo aveva abusato della sorella proprio il giorno in cui intervennero i carabinieri. Precisamente l’11 febbraio, quando i militari dell’Arma tornarono a Cetara, dopo la mega operazione di fine gennaio, per stringere le manette ai polsi del ragazzo, appena rientrato in casa dopo aver giocato con gli amici a pallone.

Secondo alcune intercettazioni ambientali, il giovane qualche ora prima aveva costretto la sorellina a sottostare ai suoi desideri sessuali. Non servì ad evitare il carcere al ventiduenne, che si è sempre professato innocente, nemmeno una visita ginecologica della sorella al pronto soccorso dell’ospedale "San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona" di Salerno, che avrebbe accertato "l’assenza di lesioni traumatiche sui genitali esterni" della bambina.

giovedì 4 novembre 2010

Le femministe non parlano mai delle donne assassine

Abbiamo reperito, su un blog gestito da femministe il cui obiettivo è la criminalizzazione del maschio in quanto tale attraverso la pubblicazione di singoli episodi in cui il carnefice è uomo e la vittima è donna, un interessante articolo riguardante un 66enne reo di aver ucciso a martellate la moglie affetta da disturbi psichici ed attualmente in carcere (vi forniamo il link da copiaincollare sulla barra degli indirizzi del vostro browser, http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/11/04/se-non-sei-efficiente-ti-ammazzo-per-il-tuo-bene/). Nello strenuo tentativo di convincere il lettore di quanto gli uomini (tutti) siano dei criminali che sfruttano le donne e che le uccidono quando non servono loro più, come evidenziato da frasi quali «Sono davvero tanti gli uomini che decidono di praticare questa particolare forma di – chiamiamola – eutanasia imposta che sembra più una pena di morte. E l’atteggiamento verso questi uomini che sfuggono alle responsabilità e alle difficoltà familiari mettendo fine alla vita della loro moglie è giudicato sulla base di modelli arcaici di relazione familiare» oppure «Una specie di rottamazione di femmine che l’uomo, nella sua grandezza e maestosità virile, non può certo sopportare se non sono perfettamente calibrate alla funzione di serve, badanti, balie, cameriere», e di come le donne (tutte) siano al contrario le innocenti vittime di questo crudele sistema maschilista, le nostre ci pongono un interrogativo
Avete mai letto di donne che accoppano i mariti petulanti, malati, disabili, schizzati, completamente folli? Noi no. E quando tentano di mollarne uno vengono ammazzate. Semmai fosse accaduto siamo comunque certe che ci siamo perse articoloni di giornale in cui alle donne veniva imputata la scarsa pietà, la irresponsabilità nel ruolo di cura, l’egoismo, l’incapacità di empatia.
Avremmo visto giornate intere di trasmissioni pomeridiane dal titolo “le donne non sono più quelle di una volta” oppure “le donne non sanno più amare” e altre idiozie del genere.
eppure noi non abbiamo visto nessun articolone di giornale, nessuna trasmissione pomeridiana a dar voce alla vicenda di Loretta Santinello che, come vi avevamo raccontato, si è permessa di interrompere la vita del marito 100% invalido ed alcolista del quale evidentemente non aveva più voglia di farsi carico. Anzi, possiamo dire che la vicenda è passata alquanto inosservata, così come è passato inosservato il provvedimento del giudice che ha rimesso la Santinello in libertà dopo tre giorni di ricovero in clinica. Come potete vedere, esistono sia casi in cui il carnefice è uomo che situazioni in cui invece il carnefice è donna: il problema è che quest ultime passano sempre in secondo piano rispetto ai primi, dando così la possibilità a femministe frustrate di sfogare il proprio odio misandrico veicolando le loro tesi generalizzatrici tese a dimostrare che solo gli uomini commettono violenza e solo le donne la subiscono. La realtà è che esiste un sommerso di violenze in cui i ruoli sono invertiti ma che la stampa femminista si guarda bene dal diffondere.

Un altro spunto di riflessione ci viene dalla seguente frase
Capita anzi di leggere articoli come quello riferito a questa storia nei quali questi uomini vengono giustificati mentre si sgravano di persone fisiche che ritengono un peso
siamo sicuri che siano gli uomini ad essere giustificati? La verità oggettiva è che adesso abbiamo un uomo in carcere e una donna libera per reati che possiamo considerare identici. Il resto ci pare sia solo una pietosa arrampicata libera sugli specchi. Certamente è vero che la vicenda del 66enne uxoricida è stata dipinta dal giornalista come una tragedia familiare, ma né più né meno hanno fatto i suoi colleghi nel narrare l'episodio della Santinello. Dunque, perché queste signorine non ne parlano delle imprese delle loro sodali e cancellano i commenti scomodi dal loro blog? Forse perché questo contrasta troppo con l'ideale che sta alla base della loro battaglia contro il maschio in quanto tale?