sabato 26 giugno 2010

In missione a Bordighera per uccidere un’anziana

Chiara Cortese Pellin, 29 anni, una vita da studentessa, volontaria della Cri, anni trascorsi a fare da bambinaia, mai avuto alcuna questione penale pendente, secondo lo psicologo che l’ha visitata dopo l’arresto dei carabinieri per tentato omicidio aggravato, «era perfettamente lucida e sicura di sé quando ha cercato di uccidere». La sua vittima, come detto, si è accorta in tempo che stava per essere colpita ed ha reagito. Ha preso per i capelli Chiara Cortese Pellin, l’ha bloccata ed ha chiamato i carabinieri. È rimasta ferita solo lievemente alla testa, la donna, mamma dell’amica della giovane, tanto che i medici dell’ospedale saint Charles, dov’è stata accompagnata dall’auto medicale, le hanno diagnosticato cinque giorni di prognosi. Ma poteva morire. È accaduto mercoledì sera, in un alloggio in pieno centro città. Chiara Cortese Pellin suona al campanello della casa della sua amica: riesce a entrare, si fa servire un bicchiere d’acqua. Poi si allontana verso il bagno. Qui indossa dei guanti, ovvio escamotage per non lasciare impronte, torna in cucina: in mano il batticarne, il coltello da macelleria. E si scaglia contro la sua vittima. Ma questa si accorge di quello che sta accadendo: la lotta tra le due donne è violenta, la potenziale vittima però prevale perché più alta e robusta. Afferra la ragazza per i capelli: Chiara si libera e scappa via. Nonostante perda sangue dalla testa la signora chiama i carabinieri, allerta il 118. La caccia termina in poco tempo: Chiara Cortese Pellin viene individuata poco dopo e accompagnata in ospedale. Lo specialista, dirà, come detto che era lucida in tutti quei terribili momenti.

Ma che cosa ha costretto una ragazza perbene, di buona famiglia, mai avuto precedenti, mai coinvolgimenti in altre questioni importanti, da tutti rispettata ed alla quale spesso sono stati affidati dei bambini anche piccoli? Perché odiare così tanto una donna che è anche la mamma di una sua carissima amica? Perché pensare ad un delitto così efferato? Secondo gli investigatori Chiara Cortese Pellin voleva essere certa che la donna morisse. Per questo ha portato con sé ben due armi. Per non fallire. La premeditazione, stando alle indagini, è scontata: per essersi portata dietro i guanti in modo da non lasciare impronte. Se la sua potenziale vittima non si fosse accorta degli strani movimenti della giovane milanese sarebbe morta. Un tentato omicidio spinto da motivi passionali? Una vendetta trasversale? Quale ruolo avevano madre e figlia nella vita della ragazza milanese? Quale legame le teneva unite? Che cosa ha scatenato una furia simile in una giovane donna che a detta dei conoscenti è sempre stata «una ragazza dolcissima»?

I carabinieri sostengono si tratti di una “storia terribile”, dai risvolti inquietanti: ma soltanto nei prossimi giorni si potrà capire perché Chiara Cortese Pellin, il cui arresto è stato convalidato ieri dal gip sanremese (la ragazza è stata posta agli arresti domiciliari perché non aveva nessun precedente e per i suoi trascorsi lavorativi e di volontaria della Cri [quando per il reato di tentato omicidio è obbligatoria, e sempre viene eseguita nel caso in cui l'indagato sia uomo, la custodia in carcere ndr]), ha meditato di uccidere la madre della sua amica. Per ora le generalità della vittima restano tutelate: anche se in città ormai il suo nome si mormora dalla tarda mattinata di ieri. L’inchiesta infatti deve proseguire, si stanno cercando ulteriori elementi probatori e di capire il movente di questa vicenda dai lati oscuri. L’arrestata non ha rivelato più di tanto: ma i carabinieri sono convinti che nelle prossime ore tutta la storia sarà chiarita.

3 commenti:

  1. e poi dicono che le donne dovrebbero avere tutte le cariche governative perchè non sono portate per la violenza!!!!
    ahahaha

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  2. Una cosa vergognosa! Uomini sveglia!!!!!! a cosa dobbiamo arrivare per farci sentire?

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  3. TUTTO QUESTO SUCCEDE A CAUSA DEI CORNUTI DALLA STELLA A SEI PUNTE!!! LURIDI PARASSITI

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