6 agosto 2010, Sanremo - Colpo di scena al processo, celebrato a Sanremo, contro l’albanese Habili Ilmi, immigrato regolare di trentadue anni residente a Bologna ma che all’epoca dei fatti la scorsa primavera si trovava ad Imperia presso parenti: ieri il Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale della città dei fiori lo ha assolto, con la formula dubitativa, dall’accusa di aver sequestrato, stuprato e rapinato due ragazze di vita romene giunte nella città dei fiori dalla provincia di Alessandria, dove risiedono. A nulla sono valse le accurate indagini degli investigatori del Commissariato di Polizia di Sanremo che avevano sequestrato all’extracomunitario un vestito, un telefono cellulare ed un anello di proprietà delle denuncianti: la mancanza di un impianto di chiusura centralizzata nell’automobile, di cui Ilmi aveva la disponibilità, sulla quale si sarebbero consumate le violenze (ma che in realtà è stato appurato fossero stati rapporti consensuali a pagamento) si è rivelata essere la prova decisiva per dimostrare l’inesistenza del reato di sequestro di persona e dunque, ha ritenuto il giudice, anche della supposta violenza carnale. Ad aiutare Ilmi anche alcune inesattezze in cui sarebbero cadute in fase di interrogatorio le due cittadine neo-comunitarie che si sarebbero dimostrate, su alcuni particolari, in contraddizione l’una con l’altra.
Ilmi, durante le scorse feste pasquali, aveva contattato le due giovani sul marciapiede di una strada periferica di Sanremo; poi, minacciandole con una pistola-giocattolo ed esibendo loro un falso tesserino della Polizia ricavato piegando accuratamente al suo interno il proprio permesso di soggiorno, le avrebbe costrette, in due episodi separati, a raggiungere una località isolata dell’entroterra matuziano ed a subire violenza per poi rapinarle di quelle povere e poche cose che avevano con se. Una delle due romene, però, era riuscita a segnarsi il tipo ed il numero di targa dell’autovettura per poi passarlo alla Polizia che, appurò, come quell’automobile fosse di proprietà di una ditta di Bologna per cui lavorava l’extracomunitario. Ilmi, anzi, aveva la disponibilità dell’autovettura. Nella camera dell’appartamento dei suoi parenti ad Imperia, dove dormiva al momento dell’arresto l’albanese accusato del fatto, la Polizia rinvenne tutto ciò che era stato sottratto alle ragazze. Tutto ciò, secondo il Gup del Tribunale di Sanremo, non ha integrato alcun quadro probatorio esaustivo: il tesserino della Polizia potrebbe essere stato solamente un regalo fatto all’extracomunitario da qualche poliziotto per permettergli di custodire meglio il proprio permesso di soggiorno mentre i poveri beni delle ragazze avrebbero potuti essergli stati da queste lasciati in quanto non avevano il resto da dargli al momento di saldare il prezzo della prestazione sessuale.
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