Avete mai letto di donne che accoppano i mariti petulanti, malati, disabili, schizzati, completamente folli? Noi no. E quando tentano di mollarne uno vengono ammazzate. Semmai fosse accaduto siamo comunque certe che ci siamo perse articoloni di giornale in cui alle donne veniva imputata la scarsa pietà, la irresponsabilità nel ruolo di cura, l’egoismo, l’incapacità di empatia.
Avremmo visto giornate intere di trasmissioni pomeridiane dal titolo “le donne non sono più quelle di una volta” oppure “le donne non sanno più amare” e altre idiozie del genere.eppure noi non abbiamo visto nessun articolone di giornale, nessuna trasmissione pomeridiana a dar voce alla vicenda di Loretta Santinello che, come vi avevamo raccontato, si è permessa di interrompere la vita del marito 100% invalido ed alcolista del quale evidentemente non aveva più voglia di farsi carico. Anzi, possiamo dire che la vicenda è passata alquanto inosservata, così come è passato inosservato il provvedimento del giudice che ha rimesso la Santinello in libertà dopo tre giorni di ricovero in clinica. Come potete vedere, esistono sia casi in cui il carnefice è uomo che situazioni in cui invece il carnefice è donna: il problema è che quest ultime passano sempre in secondo piano rispetto ai primi, dando così la possibilità a femministe frustrate di sfogare il proprio odio misandrico veicolando le loro tesi generalizzatrici tese a dimostrare che solo gli uomini commettono violenza e solo le donne la subiscono. La realtà è che esiste un sommerso di violenze in cui i ruoli sono invertiti ma che la stampa femminista si guarda bene dal diffondere.
Un altro spunto di riflessione ci viene dalla seguente frase
Capita anzi di leggere articoli come quello riferito a questa storia nei quali questi uomini vengono giustificati mentre si sgravano di persone fisiche che ritengono un pesosiamo sicuri che siano gli uomini ad essere giustificati? La verità oggettiva è che adesso abbiamo un uomo in carcere e una donna libera per reati che possiamo considerare identici. Il resto ci pare sia solo una pietosa arrampicata libera sugli specchi. Certamente è vero che la vicenda del 66enne uxoricida è stata dipinta dal giornalista come una tragedia familiare, ma né più né meno hanno fatto i suoi colleghi nel narrare l'episodio della Santinello. Dunque, perché queste signorine non ne parlano delle imprese delle loro sodali e cancellano i commenti scomodi dal loro blog? Forse perché questo contrasta troppo con l'ideale che sta alla base della loro battaglia contro il maschio in quanto tale?
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