Brescia, 4 aprile 2010 - Si diceva vittima di botte e rapina, di un tentativo d’investimento e addirittura di essere stata costretta con la forza a prendere un farmaco perché abortisse. Ma la sedicente vittima, la 26enne marocchina S. K., al processo contro l’uomo accusato di queste violenze è stata condannata dal giudice del tribunale di Brescia Lucilla Raffaelli a 1 anno e 8 mesi per calunnia (pena naturalmente appena inferiore ai due anni per poter concedere la sospensione condizionale della pena, del resto cosa vi aspettavate da una donna che giudica un'altra donna...).
La signora aveva messo nel mirino il suo ex convivente A. B., un operaio 37enne di Villanuova sul Clisi, che per questa vicenda è stato anche arrestato e ha passato alcuni giorni in carcere prima di finire ai domiciliari e prima ancora di essere scagionato definitivamente. Pare che la reazione della donna sia stata in un primo momento scatenata dal rifiuto dell’operaio di sposarla, dopo una relazione durata alcuni mesi.
Italia: Assolto da falso stupro,gli hanno rovinato la vita
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