Tutto è iniziato nel 2002, come riporta il Corriere della Sera, con l'accusa di molestie sessuali da parte della madre di due bambini (non supportate da alcun riscontro clinico) e l'insegnante di Milano, dichiaratamente omosessuale, finisce nel labirinto infernale della giustizia italiana. Detenuto a San Vittore, viene sorvegliato a vista 24 ore su 24 perché la tipologia del suo reato, violenza su minore, lo esponeva alla ferocia dei compagni di cella.
Due mesi di carcere e sei agli arresti domiciliari, senza contare l'attesa, dal 2002 al 2009, della sentenza d'Appello che si conclude con la piena assoluzione.
Una riflessione: un UOMO se IMPUTATO (non CONDANNATO) di violenza sessuale, specialmente su minori, deve essere "salvato" dalla ferocia degli altri detenuti.
RispondiEliminaMa gli altri detenuti, che se detenuti in questo paese di merda che è l'Italia schifosa significa che sono pluridelinquenti- pluricondannati, con che diritto giudicano, emettono sentenza, essendo loro merde schifose, rifiuti tossici di una società malata, altri PRESUNTI delinquenti?
Con che diritto un delinquente si eleva a giudice di un 'altro presunto delinquente.
Chi da il diritto ai delinquenti di giudicare e condannare altre persone?
Fanno forse parte delle giuria popolare i pluricondannati di reati penali?
Che stiano zitti, immobili e si vergognino questi schifosi maledetti, che nessuno ha bisogno delle loro estrnazioni di giustizia sommaria.
Criminali maledetti, che pensino e si scusino dei loro beceri reati, invece di giudicare gli altri, schifosi letamai viventi.