martedì 25 maggio 2010

Bugiarda seriale: un uomo si suicida, l'altro viene scagionato dopo un processo di 45 minuti

Una bugiarda le cui false denunce di stupro hanno provocato il suicidio di un uomo ha riproposto le sue accuse nei confronti di un 27enne

25 maggio 2010, UK - Le conseguenze delle false denunce della donna sono emerse dopo che il secondo uomo è stato scagionato dall'accusa di stupro da una giuria in soli 45 minuti, in un procedimento costato 30mila sterline. Ma nonostante sia ormai stata identificata dalla corte come una bugiarda seriale, il nome della 21enne non sarà mai svelato. Fonti legali dicono anche che molto poco probabilmente verrà perseguita per spergiuro.

Olumide Fadayomi, 27, è stato arrestato e sottoposto a mesi di inferno carcerario e legale prima del processo tenutosi presso la Sheffield Crown Court, dove il calvario ha avuto finalmente termine. La giuria non ha creduto alla storia della donna e lo ha dichiarato non colpevole. Il giudice Patrick Robertshaw ha biasimato la procura per aver portato in tribunale un caso “che non avrebbe mai dovuto essere presentato a una corte per il solo fatto che una donna lo aveva chiesto”.

“L'evidenza non prova, e non ha mai provato, lo stupro.” prosegue il giudice “L'unica motivazione addotta dalla procura a favore di questo procedimento è stata che la donna lo desiderava. Mi pare un po' poco. Ed è piuttosto stupefacente che queste decisioni siano prese da chi non ha la più vaga idea di quello che succede in una Corte della Corona”.

Molti hanno pianto dopo aver saputo delle conseguenze prodotte dalle sue bugie su un altro uomo. Il giudice ha rivelato come 18 mesi prima la stessa donna avesse prodotto un'accusa di violenza sessuale nei confronti di una persona che per questo si è suicidata in carcere. Alla fine la denuncia non ha mai raggiunto il tribunale per mancanza assoluta di credibilità.

Garantire l'anonimato

Il nuovo governo di David Cameron intende reintrodurre l'anonimato per i violentatori fino alla sentenza di colpevolezza, onde evitare che la vita di persone innocenti possa essere irrimediabilmente rovinata da false accuse. Secca la replica di Women Against Rape che, attraverso la sua portavoce Ruth Hall, dichiara “Dovrebbero prestare più attenzione al 94% dei casi riportati che non finiscono in sentenze di colpevolezza [cosa che costituirebbe effettivamente un problema solo postulando che tutte le donne che producono false accuse dicono la verità ndr] piuttosto che a quelle poche che risultano false [anche se fossero effettivamente poche, non sarebbe un buon motivo per ignorare il problema ndr]. Tutto ciò supporta la tesi che le donne fanno solo false accuse [notare il rigore logico con la quale viene fatta quest'ultima affermazione ndr]”. Probabilmente la signora Hall, nel fare le sue esternazioni, dovrebbe cercare di liberarsi del preconcetto secondo cui la donna ha ragione a prescindere o sbaglio? Perché non garantire l'anonimato, nel rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza fino a sentenza comminata, agli accusati di stupro? Forse perché si tratta dell'unica fattispecie di reato per cui vale la presunzione di colpevolezza, in base a cui si è colpevoli non appena se ne esce la poverina di turno con le sue accuse? Noi facciamo notare che il preconcetto è diffuso, molto diffuso anche tra procure, periti e giudici. Ed è per questo che a volte, qualcuno ci rimette la vita.

2 commenti:

  1. 2 false accuse, roba da niente, un'altra femminista seriale arrivò a 6. L'ultimo il signor Warren Blackwell che, incensurato ed accusato senza nessuna prova, passò più di 3 anni in carcere, allontanato da
    sua moglie e dai suoi figli. Fino a quando un poliziotto si decise ad indagare scoprendo che la donna aveva già falsamente
    accusato di stupro 5 uomini, fra cui suo padre, il primo marito, il secondo marito, un bambino (!), e che si era procurata da sola le ferite.

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  2. Il nuovo governo dovrebbe caso mai proteggere i cittadini onesti facendo mettere il nome di chi inventa falsi stupri nel pubblico registro dei sex offenders.

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