lunedì 31 maggio 2010

S’inventa stupro per vendetta

1 settembre 2006 - Si sono inventate tutto, probabilmente per vendicarsi dell’ex compagno della mamma. Una ragazzina di 14 anni ha accusato ingiustamente un amico di 24, Alessio, incensurato e disoccupato, di avere subito una violenza sessuale. Gli ha fatto fare diciotto giorni di carcere, poi si è scoperto che il giovane era innocente. La ragazzina si era inventata l’intera storia, pare spinta dalla madre, una donna sui cinquant’anni, per inguaiare l’ex compagno, incolpando suo figlio.

Disperata, il 30 luglio scorso la ragazzina aveva denunciato di essere stata stuprata da Alessio. Un reato gravissimo, appunto violenza sessuale ai danni di una minore. Ci sono volute quasi tre settimane per stabilire che quell’accusa era falsa. Accertamenti e referti medici l’hanno smascherata e così il 17 agosto Alessio è stato rilasciato.

La vicenda è trapelata soltanto ieri, quando il giovane ha abbandonato l’Emilia: cercherà di trovare la serenità perduta, in una località che tuttora è segreta.

Accompagnata dalla mamma, la quattordicenne si era presentata qualche settimana fa in una caserma dei carabinieri della provincia di Ferrara. «Mi ha violentata - singhiozzava - è successo a casa nostra».

«Non ho fatto niente - si era difeso Alessio, al momento delle manette - Quelle due si sono inventate tutto. Chiedete alla madre».

Nonostante la sua disperata difesa era stato arrestato e portato nel carcere Sant’Anna, di Ferrara.
Il pm Filippo Di Benedetto ha scavato a fondo nella vicenda, poiché i conti non tornavano, fin dall’inizio. Ha ascoltato una decina di testimoni, che non hanno avvalorato i particolari del racconto della ragazza. Pure la perizia medica e la visita ginecologica non confermavano la violenza sessuale, almeno nelle modalità descritte dalla ragazzina. Inevitabile la scarcerazione di Alessio, che aveva vissuto un incubo. Si farà risarcire, per quei 18 giorni passati dentro, ora vuole soltanto dimenticare. Però si continua a indagare, per capire cosa sia accaduto veramente. Atti di violenza potrebbero esserci stati, ma diversi e indubbiamente più leggeri da quelli esposti nella denuncia. La pista più battuta è che la piccola sia stata convinta dalla madre a raccontare quella versione dei fatti.

Ora entrambe rischiano l’incriminazione per calunnia. D’altra parte la donna ha qualche precedente specifico, proprio in questo senso. Meno di due anni fa venne denunciata per truffa, ma replicò denunciando a sua volta gli agenti della squadra Mobile che l’avevano fermata. I poliziotti avevano solamente applicato la legge, lei s’inventò di avere subito da loro una violenza sessuale. Tutto inventato, allora come forse stavolta.

1 commento:

  1. le donne che fanno false accuse sono recidive,per questo dovrebbero essere noti pubblicamente i loro nomi.
    prima di uscire con una ragazza bisogna prima passare in tribunale per vedere se ha denunciato qualcuno,in genere con false accuse

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