“Io sono un padre che vuole bene a una figlia, che vive per la figlia, che adora la figlia, da padre”. Così l'imprenditore italiano accusato di pedofilia in Brasile ha spiegato ai microfoni di Mattino Cinque la terribile vicenda di cui è stato protagonista. “Mia figlia è molto affettuosa - ha spiegato - Mi dà i bacetti, mi salta al collo, ma sono sempre baci tra padre e figlia, niente di più. Le altre cose che sono state dette non esistono”.
“Era il primo settembre, ed era il nostro penultimo giorno di mare - ha proseguito, ricostruendo quanto è accaduto - Doveva essere un giorno di mare come tutti gli altri, e invece siamo arrivati allo stabilimento e quella mattina sono andato in piscina perché durante tutto il mese che ero stato lì non ero mai andato in piscina con i bambini. I bambini erano in due perché io e mia moglie eravamo in compagnia di un’altra famiglia di amici”.
“Quella mattina io, mia figlia e questo bambino di otto anni siamo andati in piscina: eravamo in acqua, abbiamo giocato, mi saltava sulle spalle e faceva i tuffi. All’ora di pranzo siamo andati a mangiare, poi io sono rimasto all’ombrellone e gli altri sono andati in piscina. Poi, intorno alle ore 15.30, sono tornato in piscina per stare ancora una mezz’oretta con loro e c’era anche mia moglie; poi lei si è allontanata per andare a pagare il conto e noi siamo rimasti in piscina e giocare ancora un po'”.
“Poi sono uscito dalla piscina con la bambina per mano per andare verso l’uscita dello stabilimento, e quando eravamo in prossimità dell’uscita, la bambina con l'altro bambino erano rimasti un po' indietro, all’improvviso sono intervenute due persone della sicurezza, si sono avvicinati ai bambini e hanno iniziato a far loro delle domande. A quel punto sono tornato indietro per chiedere cosa fosse successo, e loro mi hanno chiesto i documenti e se ero il padre della bambina, e poi siamo andati via. Quando è arrivata mia moglie le ho spiegato cosa era successo e lei è andata subito a parlare con queste persone per capire cosa era successo”.
Poi si è ritrovato in carcere. “Nei primi momenti mi veniva da ridere. Per me era una cosa assurda. Anzi ero molto tranquillo e pensavo che dato che la bambina ha la carnagione molto più scura di me, pensavo che si trattasse di un equivoco e una volta spiegata la situazione, e cioè che io ero il padre biologico della bambina, tutto si sarebbe chiarito e mi avrebbero lasciato andare. E invece mi hanno messo in galera. Ma per i primi giorni ero tranquillo perché avevo la coscienza a posto e pensavo che la situazione si sarebbe risolta già la mattina dopo, una volta portati i documenti”.
L'imprenditore italiano è sposato con la moglie brasiliana da undici anni. “Io sono molto affezionato a mia figlia anche perché io è mia moglie abbiamo perso tre figlie: le prime due erano gemelle, nate il 17 gennaio 1999 all’ospedale Gemelli, e la sfortuna ha voluto che quel giorno in ospedale non ci fossero culle per i bambini prematuri, perciò sono nate lì e poi una me l’hanno portata a San Giovanni e l’altra al Policlinico di Roma. La bambina che era ricoverata al Policlinico ha vissuto tre giorni, mentre l’altra 20 giorni. Adesso questa bambina è tutta la mia vita...”, ha spiegato.
Alla bimba, per ora, non ha trovato il coraggio di raccontarle quanto è successo veramente. “Le ho detto che ero stato male ed ero in ospedale - ha detto - Io non riesco ancora a ritornare alla vita normale”. Per la coppia che l'ha accusato non prova però rancore. “Mi hanno accusato per un preconcetto, perché un uomo bianco con una bambina un po’ più scura di carnagione… purtroppo là il problema esiste”.
mercoledì 26 maggio 2010
Sono solo un papà: parla il padre accusato di pedofilia
Intervista al padre arrestato in Brasile per pedofilia, dopo il suo rilascio
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