giovedì 6 maggio 2010

DDL Affido Condiviso Bis, parte 2

(continua da...) Pure la sindrome da alienazione parentale viene aggredita, sottolineandone la peculiarità di non essere stata riconosciuta dalla comunità psichiatrica
inventata e brandita in America dai movimenti dei padri separati e adottata in Italia come strumento di opposizione a qualunque denuncia di violenza da parte di donne e bambini. Praticamente accade che una donna che ha denunciato il suo ex marito per violenza rischia di perdere l'affido di suo figlio perché secondo la norma che vorrebbero introdurre questo costituirebbe un motivo di condizionamento del minore, come se il minore non fosse in grado di farsi una sua opinione ogni volta che vede suo padre picchiare la donna che l'ha partorito. Accade anche che se la donna sostiene il figlio che denuncia di aver subito una violenza da padre anche in questo caso rischia di perdere l'affido del bambino perché tacciata ancora di condizionamento del minore
sarebbe comunque da leggere tutto l'articolo, per constatare a che punto l'arma del vittimismo viene sfoderata per mistificare la realtà. In pratica si adotta lo stratagemma di "analizzare" i provvedimenti legislativi solo ed esclusivamente dal punto di vista della donna vittima, presupponendo che la donna sia sempre e comunque una vittima (e l'uomo carnefice), per suscitare pietà e trainare a sé non solo il supporto delle "sorelle" ma anche quello di uomini dalla mente debole che si fanno condizionare da simili sentimentalismi. Il tutto a costituire una vera e propria truffa psicologica, che si somma a tutto il sistema costituito da statistiche e dati inventati di sana pianta e finalizzato all'acquisizione di ulteriori privilegi per loro stesse. Come giustamente osserva la ex presidente del GESEF
Le donne fanno un uso spudorato della protezione accordata e dei vantaggi connessi, ma non ringraziano. Sanno benissimo che il vittimismo è un potere ricattatorio formidabile, perché occulto e inattaccabile e non nutrono alcun rispetto verso chi glielo cuce addosso per arraffare un potere manifesto. Sono del tutto consapevoli che quelli di cui godono non sono diritti e pari opportunità conquistati lealmente ma privilegi, ottenuti mistificando la realtà e sbaragliando il ‘NEMICO’ – l’intero genere maschile, con un’annosa campagna di demonizzazione e criminalizzazione spietata. A colpi di leggi, normative, giurisprudenza anticostituzionale che calpestano sistematicamente i diritti altrui

1 commento:

  1. altro caso di bambina costretta a crescere in carcere con una madre galeotta:

    http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=926&ID_sezione=274&sezione=

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