domenica 12 settembre 2010

L'assurda vicenda di Carlo Parlanti: terza parte

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Una delle prove più sconvolgenti, presentate da Rebecca McKay White, e incredibilmente ritenuta valida, è la coppia di foto in cui è ritratta nella prima in occasione della denuncia (18 luglio) e nella seconda (3 luglio, pochi giorni dopo lo stupro) con un vistoso ematoma in corrispondenza dell’occhio sinistro. Si tratta di foto che compaiono dopo anni dalla denuncia, dopo tre anni, in pratica su richiesta del district attorney: e sono false. Un falso che però risulterà decisivo per la condanna di Carlo Parlanti. Perché è un falso? Semplicemente per il fatto che la White ha esplicitamente dichiarato di essersi scattate quelle foto, da sola, quelle in cui appare con un occhio livido, nel bagno di Carlo Parlanti. Che però è sempre stato tinteggiato di giallo. Appare inoltre evidente che la persona ritratta nelle foto è sì sempre la stessa, ma anche che le date di scatto non possono differire di neanche un mese: troppa la differenza nel taglio dei capelli, nella fisionomia del viso, che nella prima foto appare visibilmente più anziano e meno abbronzato. Tali foto sono state consegnate dalla White alla procura solo nell’agosto del 2005, ovvero tre anni dopo la denuncia, senza che nessuna menzione delle stesse fosse stata mai fatta prima. Le originali che furono presentate in udienza preliminare, non presentano alcuna data, la White non ha mai presentato i negativi a seguito della richiesta della difesa dichiarando di averli persi.

Vi sono centinaia di altre incongruenze nelle sue dichiarazioni. Ne riportiamo alcune
  • la White ha fornito diverse versioni su come la violenza è avvenuta e su quante volte si è verificata (a volte 3 a volte 4 a volte 5 volte) sia in fase di denuncia (luglio 2002) che in fase di processo tra udienza preliminare e dibattimento
  • la White all’inizio ha sostenuto di essere stata sequestrata dal Parlanti per numerosi giorni e che lui la teneva legata durante il giorno quando si recava al lavoro. A seguito dell’incredulità dei poliziotti ha cambiato subito dopo versione, affermando che veniva legata solo durante la notte. Le strisce di plastica con cui sarebbe stata legata non avrebbero permesso di non evidenziare lesioni sul polso, in quanto la White in fase di dibattimento ha descritto di essere stata legata per tutta la notte polso a polso col Parlanti. Nessuna lesione è stata riscontrata
  • la White ha inizialmente dichiarato che era stata convinta da suo padre a denunciare il Parlanti pur di ricevere supporto finanziario. Dopo aver appreso che il procuratore aveva intervistato i suoi genitori, la donna cambiò versione
  • otto testimoni, tra cui la figlia, più tre ufficiali di polizia dichiararono di avere avuto contatti con la White nel luglio 2002. Tre testimoni non hanno potuto stabilirne la data esatta, mentre si è potuto stabilire che la manager di un ristorante dove la figlia aveva dimenticato la borsetta ha incontrato la White il 2 luglio 2002 sull’ingresso di casa ad una distanza di mezzo metro. Nessuno notò segni di percosse o segni di violenza
Nonostante l'assenza di prove che non fossero quelle chiaramente incoerenti prodotte della presunta vittima, di testimoni diversi dalla White, nonostante la contraddittorietà delle affermazioni della donna, nonostante la sua palese inaffidabilità, Carlo Parlanti viene condannato a nove anni di reclusione. Ecco cosa ha dichiarato il giudice nel verdetto (criminale e infarcito di pregiudizio nazifemminista, dal nostro punto di vista)
seppur non vi siano referti medici, seppure la sig.ra White sia stata inconsistente e quanto raccontato vada oltre la realtà, penso che il sig. Parlanti l'abbia danneggiata psicologicamente da renderla inconsistente, che il sig. Parlanti sia una persona pericolosa come testimoniato anche dalla sua ex convivente sig.ra Lavagnino

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1 commento:

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